Il legame con il territorio delle realtà locali
L’importanza dei Piccoli Gesti: le coccole di Pamela
Viviamo oggi in una situazione per la quale nei grandi negozi le relazioni umane e interpersonali sono prevaricate dal consumo e dalla componente strettamente commerciale. La scelta razionale d’acquisto va quindi a costruirsi sulla base della formula pubblicitaria, del prezzo o dell’abitudine, eliminando tra le variabili la figura del lavoratore, sia esso proprietario o subordinato. Nei negozi locali tale rapporto si inverte in favore della dimensione relazionale tra cliente e fornitore che permette la costruzione di un rapporto di fiducia, di un dialogo che valorizza la dimensione umana del lavoro, alimenta il legame con il territorio e favorisce la crescita del senso di appartenenza e di coesione sociale di una comunità. È proprio a partire dall’importanza della relazione che è nato il piccolo negozio di articoli mamma-bambino e da cerimonia Piccoli Gesti gestito da Pamela: mamma, commerciante e Presidente dell’associazione ArtinKantiere.
Dopo aver lavorato nel sociale come educatrice e dopo un periodo nell’ambito dell’organizzazione eventi, Pamela ha deciso, una volta neomamma, di dar vita a “Piccoli Gesti”, nato nell’ottobre del 2020. «Ho chiamato il negozio Piccoli Gesti perché per me è importante offrire sempre delle coccole, delle attenzioni specifiche a chiunque entri qui dentro. Non mi interessa essere la negoziante che ti sta addosso fino a quando non compri qualcosa, ma se hai bisogno di un consiglio, di raccontarmi del tuo bambino o anche solo di uno spazio dove poter allattare tranquilla, allora io sono subito a disposizione. Prima ancora che un negozio questo per me è uno spazio di relazione». Dalle nonne che cercano un pensiero per il nipotino alle neomamme che cercano delle bomboniere, Pamela conosce le loro storie e le loro necessità, rendendosi disponibile all’ascolto delle diverse esigenze degli abitanti quartiere. «Ogni cura aggiuntiva è una coccola che io dedico a chi entra qui. La dimensione dell’ascolto e del supporto è fondamentale, va stimolata ed è importante prendersene cura, soprattutto in questo periodo di fragilità».
Pamela è anche presidente dell'Associazione Culturale "Artinkantiere" che, dopo un lungo periodo limitato dalla pandemia, quest’anno riprende con i suoi campus estivi “non solo musical” nello Spazio Gorlini. «Quello che ci tengo a precisare è che chiunque venga da noi troverà delle braccia aperte ad accoglierlo. Ci è successo che venissero da noi delle mamme con bambini con difficoltà o disabilità che non venivano accettati in altri centri. Da mamma per me è inconcepibile: ogni bambino è diverso e ha bisogno delle sue cure e delle sue attenzioni specifiche per la sua crescita, e noi siamo lì proprio per offrirgliele, coniugando la dimensione educativa collettiva e quella individuale. La diversità è un fattore vitale, escludere un bambino per questo è distruttivo in un’ottica educativa».
All’interno dei campus Artinkantiere, l’arte si fa mezzo di espressione con cui i bambini vivono e comunicano la loro esperienza, stimolati da laboratori creativi e attività di gruppo nonché tramite l’organizzazione di piccoli spettacoli costruiti da loro. L’arte, nella sua dimensione di gioco e di manipolazione creativa della realtà, si configura come un fertile strumento tramite cui non solo comunicare e costruire relazioni, ma anche far emergere e osservare le proprie esperienze e sviluppare nuovi sguardi. In questo quadro, il mondo educativo dall’infanzia ai preadolescenti svolge oggi un ruolo estremamente importante di accompagnamento alla rielaborazione dell’anno passato. «Dopo un lungo anno dove i bambini hanno vissuto un forte “non devi”, abbiamo deciso che nei nostri campi vogliamo far riscoprire ai bimbi il “puoi e non puoi, l’essere o non essere in condizione di poter fare e di poter non fare”».
Sia all’interno del palinsesto di attività nei campus sia all’interno della sua attività commerciale, Pamela ha sviluppato numerose collaborazioni con altri abitanti, negozi e associazioni della zona. «Quest’anno abbiamo arricchito i campus di laboratori organizzati con professionisti della zona di vari ambiti: dai giochi in inglese tenuti da una ragazza madrelingua, all’attività creativa sull’alimentazione tenuta da Tatiana, nutrizionista e naturopata del negozio qui vicino. Con lei per la befana avevano organizzato assieme un piccolo prodotto con la calza fatta da me e le sue caramelle. Il ricavo di queste collaborazioni non è in termini economici, ma in termini relazionali da un lato, per l’ampliamento di conoscenze e di risorse umane, ed emotivo, perché ogni collaborazione che funziona ti riempie di soddisfazione e di energia». L’importanza della rete di relazioni e contatti tra realtà del quartiere si ripropone nuovamente come una risorsa fondamentale per la comunità e per l’economia locale, offrendo collaborazioni e sinergie che permettono ai quartieri di crescere e svilupparsi a partire dalle proprie risorse endogene. Il sostegno che può offrire una rete locale si muove infatti in maniera bidirezionale, aiutando sia la comunità esterna alla rete grazie all’ampliamento e al miglioramento dell’offerta dei servizi, sia internamente tra piccole attività locali. Ancor più dopo un anno di chiusura, ogni stimolo alla relazione racchiude in sé il seme del dialogo e dell’ascolto in grado di alimentare ulteriormente il radicamento con il territorio e con i suoi abitanti.
«La richiesta di aiuto oggi, dopo l’anno passato è estremamente alta. Sia per quanto riguarda le difficoltà vissute nella dimensione educative, che cerchiamo di sostenere all’interno dei campus di ArteinKantiere, sia in termini economici, che è il motivo per il quale all’interno del negozio “Piccoli Gesti” ho dato ampio spazio ai prodotti di stoccaggio rivendendo prodotti di marca al prezzo più basso che mi è possibile. Sembra banale, ma mi è capitato di incontrare diverse mamme in imbarazzo perché non avevano la possibilità di comprare buoni prodotti ai loro figli, e questa è per loro una soluzione importante. Cerco, nel mio piccolo, di raccogliere e ascoltare i diversi bisogni che mi arrivano e di rispondere alle richieste che incontro».
La relazione è fondamentale per superare la barriera che si è venuta a costruire in questo periodo di paura e di chiusura. E nonostante questa barriera possa sembrare invalicabile, non serve per forza fare grandi cose, sono proprio i piccoli gesti che possono ricostruire l’incontro e la fiducia.