Spine Dorsali: Cascina Cotica
Possono edifici come le Cascine avere ancora un ruolo attivo all'interno delle città?
Milano è circondata da una cintura di edifici antichi, le cascine appunto, che in origine facevano parte di complessi ben più articolati, essendo le strutture principali di nuclei abitativi che racchiudevano in sé tutti gli spazi necessari alla vita comunitaria e al lavoro agricolo. La maggior parte delle cascine di Milano ha alle spalle una storia di riduzione dei propri terreni e di smantellamento o abbandono di parte delle sue strutture in favore dell’espansione edilizia che la città ha conosciuto nell’ultimo secolo. Trovandosi in maniera preponderante nella parte periferica della città, il tessuto urbano in cui si sono ritrovate inserite è stato prevalentemente industriale, cosa che ha reso, e rende tuttora, ulteriormente difficile coglierne le corrispondenze col territorio acquisite nei secoli precedenti, e complesso comprendere come poterle sfruttare per creare spazi identitari e di fruizione attiva.
Cascina Cotica sotto questo aspetto racconta una storia particolare e a tratti in contrasto con questa narrazione comune. Situata nel quartiere di Lampugnano, la cascina infatti compare nelle carte storiche già dall’inizio dell’800 facendo mostra di una corte principale in cui convergevano, comunemente a qualsiasi cascina tradizionale del milanese, tutte le diverse attività necessarie al suo mantenimento, dagli appartamenti dei braccianti, al fienile, alle stalle e così via.
Dall’inizio del ‘900, però, in quest’area della periferia di Milano vengono costruiti i primi ippodromi, con annesse ampie strutture necessarie all’allevamento e all’allenamento dei cavalli. L’instaurarsi di questa attività comportò un’evoluzione molto specifica del territorio circostante e interessò aree estese di terreno: allevare cavalli per fini ludici richiese un notevole dispiegamento di risorse, non solo nelle strutture apposite per le corse, ma soprattutto per la produzione del frumento necessario. Inoltre, essendo i cavalli animali molto sensibili soprattutto al rumore, negli ippodromi fu necessaria la costruzione di infrastrutture a protezione degli animali, tra cui spiccano gli ampi muri che ad oggi li circondano.
Cascina Cotica nel Catasto Lombardo Veneto del 1897
In un periodo di speculazione edilizia e sviluppo urbano della città, l’area di Lampugnano, e più ampiamente di San Siro, conobbe quindi uno sviluppo che, pur alzando muri intorno a stalle e ippodromi, si mosse inconsapevolmente a contrasto della perdita di terreno e verde urbano, andando anzi a preservare a livello locale anche la natura agricola del territorio. Non solo le aree ippiche quindi, ma venne così influenzata la percezione comune di quest’area di Milano in qualità di area libera dall’urbanizzato più massiccio, portando così in maniera sinergica alla definizione di ulteriori parchi urbani circostanti in cui il verde veniva riproposto per la fruizione e non visto come suolo su cui costruire. Tra questi spiccano il Bosco in Città e il Parco di Trenno che, connessi oggi agli ippodromi, compongono un’ampissima area verde che si incunea fin quasi nel centro di Milano, arrivando ad un’estensione di quasi 700 ettari.
Cascina Cotica si trova proprio in una posizione di dialogo tra il tessuto urbano e questo particolare contesto: da un lato confina tuttora con le strutture dell’Ippodromo della Maura e le sue scuderie, dall’alltro invece ha continuato infatti ad espandersi intorno a lei il quartiere di Lampugnano.
Grazie all’influenza delle strutture dedicate alle attività ippiche, ancora negli anni ’60 lo sviluppo della città non ne aveva danneggiato gli edifici principali e la cascina sorgeva ancora intatta: il grande spazio residenziale posto intorno ad un cortile comune era ancora visibile, insieme con gli edifici di servizio come le stalle e i granai, prima che l’assetto stradale prevedesse una strada ad attraversarla, comportando così la demolizione di quest’ultime. Un’ampia area a giardino si trovava, prima che procedessero i lavori di costruzione edilizia, nei terreni rivolti verso il quartiere di Lampugnano: uno spazio in cui venivano praticate attività orticole e di autosufficienza da parte delle famiglie che vi vivevano, e non solo. La Cascina era, infatti, un crogiolo di attività che vi si raccoglievano, integrandosi tra loro: un fornaio, ovili e un laboratorio di apicoltura insieme con una ciclofficina, una lavanderia industriale, officine meccaniche; e a fare da crocevia a questi diversi mondi la bottega e drogheria d’angolo ‘Franzetti’, là dove ad oggi si trova invece il Vecchio Caffè della Cotica.
Foto storica della Bottega e Drogheria Franzetti, ©Cascina Cotica
Negli ultimi anni a cambiare è stata in prima istanza la percezione diffusa che si ha iniziato ad avere nei confronti del graduale abbandono di queste strutture da parte della cittadinanza. Con una frequenza sempre maggiore il Comune di Milano, sotto la cui gestione ricade la quasi totalità delle cascine milanesi, ha iniziato ad impegnarsi nel lancio di bandi per l’assegnazione per periodi di tempo di diversi anni ad enti in grado di presentare progetti non solo di ristrutturazione coerente ma anche di reinserimento attivo nel tessuto sociale. La struttura rimanente di Cascina Cotica lungo via Natta è stata così affidata, nel 2016, alla cooperativa Delta Ecopolis, grazie alla quale è tornata ad avere un ruolo attivo all’interno del quartiere e soprattutto rappresentativo delle necessità attuali dei cittadini.
Non è difficile immaginare cosa sia accaduto negli anni a seguire: come nel caso di molte strutture simili, le attività della cascina sono diventate sempre meno integrate nelle dinamiche sociali circostanti, e la progettazione urbana, tagliandone il complesso per esigenze di viabilità, ne ha così ulteriormente frammentato la struttura e la sua possibilità di svolgere quel ruolo aggregante e territoriale per cui era stata pensata.
Grazie al progetto che da allora è stato portato avanti, Cascina Cotica è tornata ad avere un ruolo attivo all’interno del quartiere e soprattutto rappresentativo delle necessità attuali dei cittadini. Oggi Cascina Cotica ospita un orto e una serra fruibili, diversi appartamenti destinati al cohousing, aree aperte ad attività di coworking, oltre che a spazi utilizzati per l’organizzazione di eventi culturali. Inoltre, il pian terreno è per buona parte occupato dalle strutture dell’Ospedale Fatebenefratelli dedicate alla salute mentale e ad un servizio di supporto psicologico. Così nella cascina cultura, socialità e benessere individuale e collettivo vengono incoraggiati con numerose iniziative per il tempo libero e lo svago, promosse tanto nella corte esterna quanto nel vicolo interno di via Natta, grazie alla collaborazione con le associazioni di quartiere e con partner istituzionali.
Nel loro insieme, queste attività si orientano giorno dopo giorno al miglioramento della qualità dell’ambiente, delle abitazioni e delle relazioni sociali e al sostegno di uno spazio urbano che sia attrattivo, accessibile ed ospitale.